I Gatti di Hemingway |
Un amore iniziato negli anni dell’infanzia vissuta all’aria aperta, tra gli alberi di Oak Park – sobborgo di Chicago che gli diede i natali – e le gite alla riserva indiana insieme al padre, medico naturista che l’infettò con la passione per la natura e soprattutto per gli animali.
Il preferito era Snowball, polidattile, grande amatore, despota indiscusso della popolazione felina di Key West.
“Ai gatti riesce senza fatica ciò che resta negato all'uomo: attraversare la vita senza fare rumore” pensava tuttavia Ernest...
Muse ispiratrici e fonti di affetto, i gatti ricordavano a Hemingway la bellezza, del mondo e della vita, nonostante la sua assoluta mancanza di senso davanti alla prospettiva della fine. Bevitore incallito, impenitente donnaiolo, avventuriero sprezzante del pericolo e irriverente davanti alla paura della morte: solo i gatti riuscivano a sciogliere l’aspro involucro dentro al quale Hemingway custodiva la sua essenza più tenera e commossa, la parte migliore e peggiore della sua personalità, croce e delizia e fiamma viva e ardente della sua scrittura.
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